Il lotto e le sortite dei numeri ad ogni estrazione non seguono delle leggi matematiche. Se così fosse non sarebbe un gioco aleatorio come invece è spesso definito, proprio per l'impossibilità di determinare in anticipo le estrazioni, che seguono le leggi del caso e non quelle di un fenomeno di tipo deterministico.

Nonostante ciò sentirete spesso parlare di numeri ritardatari.
Il ritardo di un numero nelle estrazioni è calcolato rispetto alla probabilità media di sortita, che si calcola dividendo i numeri totali all'interno dell'urna (90) per i numeri sortiti durante una sola estrazione, che dunque non vengono reinseriti nell'urna prima dell'estrazione successiva (5).

In questo modo si può calcolare il ciclo di sortita naturale di un numero al gioco del lotto: 18.
Se le estrazioni seguissero leggi matematiche di tipo deterministico, il numero su cui puntate dovrebbe essere estratto una volta su diciotto.

Naturalmente non capita così perché, ad ogni estrazione, i numeri vengono reinseriti nell'urna e il gioco comincia “senza memoria” di ciò che è accaduto l'estrazione precedente.

I numeri ritardatari sono quelli che non vengono estratti da molte settimane, molti mesi, talvolta addirittura anni su determinate ruote.

I massimi ritardi di estratto semplice, a ruota, furono il numero 8 di Roma (estratto nel 1941 dopo ben 202 colpi) ed il 55 di Bari (estratto nel 1960 dopo ben 197 colpi).

Chi gioca sui numeri ritardatari basa lo studio del lotto su una falsa legge: spesso raddoppia la puntata ad ogni estrazione, in modo da rifarsi della perdita quando i numeri verranno estratti. Questa metodologia di puntata è però pericolosa, perché può far arrivare a perdite molto ingenti senza la certezza di vincere al lotto la rendita di quanto giocato.


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